“Ha creato una nuova espressione poetica”, Bob Dylan vince il Nobel per la letteratura

Il Nobel per la Letteratura 2016 è andato a Bob Dylan per aver “creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”. Lo ha comunicato il Comitato dei Nobel a Stoccolma. L’annuncio è stato accolto dal boato dei presenti in sala, che l’hanno saputo prima del vincitore. “Bob Dylan non sa ancora di aver vinto il Nobel per la letteratura” ha detto la segretaria dell’Accademia svedese, Sara Danius. Nessuno ha avvertito la leggenda prima dell’annuncio.

Che Dylan potesse vincere un Nobel era nell’aria da tempo ma in pochi avevano previsto che il comitato potesse decidere di estendere il prestigioso riconoscimento a un genere come la musica ‘pop’ (nel 2015 il premio è stato assegnato alla bielorussa Svetlana Alexievich per aver creato polifonie che rappresentano “un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo”). Dylan ha conquistato il Nobel a vent’anni esatti dalla sua prima candidatura, è il primo americano dai tempi della scrittrice Toni Morrison nel 1993, e il suo nome da oggi s’inserisce tra quelli di Saul Bellow, John Steinbeck e Ernest Hemingway.

Dylan la storia della musica l’ha plasmata davvero e con scelte sorprendenti, partendo dal folk al quale ancora tutti danno il suo volto giovane con l’armonica tra le labbra e i capelli spettinati, per virare poi di colpo, con un’imprevedibile svolta elettrica negli anni ’60, fino alla conversione al credo dei Cristiani rinati o al recente approdo agli spot pubblicitari, Victoria’s Secret compreso. Un ribelle che non ama salutare, e menestrello resta la definizione più stridente per descriverlo. Dylan viene criticato, resta amato e il pubblico paziente di fronte al genio è andato in massa anche alla sua recente performance al Desert trip di Coachella, California, dove ovviamente ha di nuovo stravolto il suo repertorio. È salito sul palco senza salutare, è sceso nello stesso modo, dando le spalle. Facendo spallucce. Un festival importante, dove c’erano anche Rolling Stones, Paul McCartney, Neil Young.

Resta un gigante della cultura degli ultimi cinquant’anni. Come ha detto Bruce Springsteen nel discorso a gennaio 1988, alla cerimonia di inclusione nella Rock and Roll Hall of Fame: “Bob ha liberato le nostre menti nello stesso modo in cui Elvis ha liberato il nostro corpo. Ci ha dimostrato che il fatto che questa musica abbia una natura essenzialmente fisica non significa che sia contro l’intelletto”.

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